Presa
Le prime notizie storiche che si hanno di Presa, risalgono alla metà del primo millennio: a quei tempi l'attuale territorio di Presa era ricoperto da un fitto bosco di querce, castagni, pini e da macchia mediterranea.
Nel 1396 i Cruyllas ebbero in donazione dal re Martino, per la loro devozione alla corona spagnola, il vasto feudo di Calatabiano, il quale comprese anche il feudo di San Basilio all'interno del quale sorsero due comunità, ossia quelle di Presa e quella di Vena. Tali comunità dipesero per lungo tempo da Fiumefreddo, sia dal punto di vista amministrativo, sia da quello religioso.
Nel 1818, decaduto il patronato feudale, gli abitanti delle due comunità presentarono una domanda alla corte di Napoli, chiedendo di essere annesse al vicino comune di Piedimonte Etneo, sia per motivi di contiguità sia per legami di sangue. Ferdinando I di Borbone, re di Napoli, nel novembre del 1822 acconsentì al distacco da Fiumefreddo.
Si ritiene che per lunghi secoli il territorio dove sorge Presa abbia avuto l'influsso del vicino monastero basiliano: invero, la popolazione che abitava isolata nella campagna, come testimonia Teofane Cerameo, aveva nel sacro tempio di Sant'Andrea un proprio punto di riferimento spirituale. Al di fuori del Cerameo non si avranno altre testimonianze fino alla fine del 1600 con la nascita di Piedimonte, quando il Principe Gravina ricorse alle sorgenti d'acqua del cavo di Presa, in precedenza decantate come caratteristica peculiare della zona. Invero, per alimentare le vasche e le fontane da servire alle maestranze impegnate nella costruzione del nuovo centro abitato, si "presero" le acque del territorio di San Basilio, furono incanalate in tubazioni di terracotta, e fatte arrivare a destinazione.
I resti dell'antica conduttura d'acqua di Presa sono ancora visibili. Quindi il nome Presa è da ricondurre alla sua prevalente ricchezza, ossia l'acqua. Essa si ricavava dalla sorgente del cavo vecchio, che scomparve in seguito al terremoto di Messina; nel corso di quell'evento il cavo nuovo non subì danni e continuò a servire da rifornimento. Nel corso del 1700, grazie alle sue peculiarità e alle concessioni enfiteutiche del principe Gravina, Presa si trasformò in un fiorente centro agricolo e successivamente, grazie al suo clima collinare, in un accattivante centro di villeggiatura estiva.
Nel 1822, con l'annessione al comune di Piedimonte, arrivarono grandi vantaggi, come l'attiguità al centro capoluogo per il disbrigo delle pratiche amministrative e religiose, il servizio medico, quello postale e la comodità di raggiungere in breve tempo altri punti di riferimento commerciale. Al giorno d'oggi Presa è apprezzata e ricercata principalmente come punto d'arrivo per le vacanze estive, specialmente per il fresco clima collinare, ed è direttamente collegata ai centri maggiori attraverso una moderna linea di pullman.